lunedì 8 marzo 2010

MAMMA!

Una poesia
un poema una melodia
in una parola “Mamma,,!
“Ma –ma-ma ,, balbetta il bebè.
“Mamma, mamma, mamma,,
per ogni cosa il figlio chiama.
“Mamma mia,, esclama per lo stupore,
l’emozione, la gioia o il dolore
anche chi una mamma non ce l’ha!
Senza mamma, un figlio
si sente sperduto, spaurito
come un uccello senza nido,
senz’ali per volare.
“Mamma, semplicemente mamma,,
grida fino all’ultimo respiro
chi una mamma ce l’ha!
Chi dice “mamma,, dice vita.
Vita come dono, impegno, sacrificio
d’una vita per la vita.
Chi dice “mamma,, sente vibrare
le corde del cuore e piange
di felicità.
Chi dice “mamma,, dice Amore.
Amore straripante da un cuore
grande e profondo come il mare.
Mamma, persona unica al mondo
garante d’un Meraviglioso Amore
Magnifico Magico Amore!

venerdì 5 marzo 2010

MEMORIA NOSTALGICA

A distanza di tanti e tanti anni
ti rivedo Salerno mia!
Ti guardo con occhi di nostalgia
con occhi sognanti
d’una adolescente innamorata.
Con te ho vissuto gli anni più belli,
anni ruggenti, ribelli, fuggenti,
gli anni dell’adolescenza e della gioventù.
Quando percorro
i vicoli, le strade, i corsi, le piazze
come facevo nel lontano passato
dolci e amari ricordi in me si risvegliano.
Con nostalgia ricordo
le lunghe passeggiate con le coetanee
sul vasto e interminabile lungomare.
Quante emozioni! Quanti sogni! Quanti progetti!
Con te, Salerno mia
son cresciuta, un diploma ho conseguito,
un futuro costruito.
Oggi, alla soglia della terza età,
madre e nonna
penso con rimpianto
a quella timida adolescente.
La rivedo vestita da collegiale
in processione alla festa del santo patrono.
La rivedo giovane studentessa magistrale
in piazza Malta, attendere il suono della campanella.
Mi si stringe il cuore
ricordando l’anno funesto 1954
quando un violento nubifragio
trasformò in un cumulo di macerie,
in un cimitero la tua bella immagine
di città tranquilla, fiorente.
Oggi, ti rivedo con piacere
rinata, rifiorita, più bella di prima.
Rivedo una nuova, splendida
Salerno!

mercoledì 3 marzo 2010

ADDIO, BELLE STAGIONI
DEI TEMPI PASSATI!

Una volta, care stagioni
verso la natura eravate
rispettose.
Da qualche tempo siete diventate
capricciose.
Ricordo quando tu, Primavera
giovane e leggiadra,
giungevi a pie’ leggero
con le mani colme di doni.
Al tuo dolce tepore
nei boschi, nei giardini, nei prati,
fiori, odori, colori e canti
si risvegliavano.
La signora Estate, vestita a festa,
ti seguiva.
Allegria e benessere portava
col suo cesto colmo di saporosi frutti,
il cielo splendente, il sole cocente
e le spiagge gremite di gente.
Con l’arrivo di papà Autunno,
gran pittore, la natura
di rosso e giallo si colorava.
L’odore inebriante del mosto
per l’aria settembrina si spandeva.
Stormi di rondini in volo
partire si vedevano per paesi lontani.
Giungeva infine il vecchio Inverno,
tutto imbacuccato nel suo bianco manto,
con le gelate notturne e la brina mattutina.
Era uno spettacolo da sogno!
Ci mancate tanto!
Perché non tornate,
belle stagioni dei tempi passati?